L’Elba, i (2) figli e il tavolo quadrato

IMG_2853

E pensare che prima di partire per le ferie ero pure crucciata per i nostri futuri vicini di stanza…quanta ingenuità!

Quest’estate, all’Isola d’Elba non credo di aver mai visto tanti bambini tutti assieme e tante famiglie in uno stesso posto. A tratti ho avuto l’impressione di trovarmi in un grande, grandissimo asilo governato dai bambini, in cui i genitori tentavano di mettere in piedi, tra una pappa, un pianto e centinaia di crisi, il sogno della vacanza sull’Isola.

Anche io avevo appunto sognato di ritornare sull’Isola, amore a prima vista, per ritrovarmi ancora immersa nella sua infinita ricchezza circondata dal mare.

Per osmosi, anche la nostra stanza era circondata da un mare di bambini under 10, un vicinato di stanze piene zeppe di genitori con bambini, destra, sinistra, sopra, sotto, una sorta di Hotel 3D multifamiliare: Viola, Arianna, Emma, Filippo, Arianna, Gaia, Alex, Brian, Sara, Arianna, Emma, 3 settimane, 2 anni e mezzo, 5, 7 a gennaio, seggiolini, biberon, ciuccio, fai la ninna, fai la nanna, i denti, saranno le coliche, come ti capisco, non correre, scendi di lì, vieni SUBITO qui, mi scappa la pipì, non urlare!!! messa la crema? presi i pannolini? la sacca coi giochi? Non ne voglio più….dai amore che se mangi tutto stasera andiamo a vedere le stelle cadenti.

A memoria non ricordo di aver visto scendere tanta acqua dal cielo, quella notte, la notte di San Lorenzo.

La mia vacanza all’Elba inizia sempre con un sussulto, uno scherzetto dell’Isola. Al primo viaggio, noi che non amiamo i villaggi vacanza, scoprimmo che in linea d’aria l’appartamento stava sopra a uno dei più grandi sul golfo, che alle ore 21 faceva esplodere il suo anfiteatro con cabaret e musical. Quest’anno è stato più facile, perché il villaggio turistico eravamo noi coi nostri bambini.

E ha inizio così la nostra avventura, nella sala ristorante con bellissima vista mare, coi tavoli pieni ad ogni lato, occupati a nord-sud-est-ovest da mamme e papà alle prese col proprio ruolo di neo genitori. Un confronto inevitabile, un corso avanzato di fiducia in se stessi, trova la soluzione- trovala in fretta, creatività e gestione dello stress, tra una portata e l’altra, con i camerieri che si abbassavano ogni 3 minuti a raccogliere oggetti di varia natura caduti per terra, che rischiavano di volare a terra ad ogni angolo e che stoppavano, ad altezza ginocchio, bambini-trottola in corsa, senza mai perdere sorriso, velocità, cortesia. Miracoli di TripAdvisor.

Ed era solo il primo/14 giorni di vacanza.

Cara Isola, ci dev’essere un equivoco perché nel mio sogno c’erano tramonti sul mare, colorati di viola e arancione, le nuotate nelle acque cristalline, i giochi sulla spiaggia, mare, sole, tanto sole….

Com’è che non ho voglia di fare nemmeno un selfie?

C’è stato bisogno di un velocissimo adattamento alla nuova condizione di famiglia allargata, che doveva necessariamente partire da un’ovvia consapevolezza, scontata, piombata in testa il primo giorno delle nostre vacanze, nel breve tempo di una cena con bellissima vista mare. Prima si calmano i bambini e poi puoi sperare di calmarti tu, prima mangiano i bambini e poi mangi tu, prima si lavano e si vestono i bambini e poi ti vesti tu, prima si addormentano i bambini e quando stai per addormentarti tu, i bambini si risvegliano….non è una formula matematica, perché prima un figlio lo organizzavamo a turni contando su due teste e quattro mani. A quota due, le teste e le mani non sono raddoppiate, ma si sono solo fuse e incasinate.

Ma è proprio sull’Isola che per la prima volta dopo mesi dalla nascita della sorella, Bianca ha voluto riaccoccolarsi tra le mie braccia, complice quel paurosissimo temporale che a San Lorenzo mi ha fatto mettere da parte la lista dei desideri (e morire di paura) ma che ci ha anche regalato, nelle notti successive cieli tersi e tante stelle cadenti da presepe di Natale.

È proprio sull’Isola che Bianca ha fatto il suo primo tuffo in acqua, buttandosi sola dal trampolino, senza tapparsi il naso come invece fa ancora adesso la mamma.

E’ sull’Isola che io, per la prima volta in spiaggia di notte, ho brindato con Daniel, Bianca e Nina in braccio, guardando il mare, sognando il futuro, facendo la conta delle lucine sulle barche, con la sabbia fredda tra le mani.

E’ sull’isola che sono venute tutte quelle famiglie e branchi di bambini a ricordarci che non siamo mica i soli, che i brodi vegetali li facciamo tutti uguali, che le occhiaie, i musi lunghi e la pancetta sono globalizzate, che ogni bimbo ce ne ha sempre una nuova e che di fronte a scenate apocalittiche si può ridere tantissimo.

Mi sono confrontata, misurata, resettata ancora, abbronzata poco. Ogni minuto della giornata è stato così riempito di vita che alla fine la vacanza è sembrata lunghissima e nel frattempo noi ci siamo evoluti dal 3+ 1 al 4, giusti giusti per riempire anche noi tutti i lati del nostro tavolo quadrato.

E correndo nell’abbraccio di albe silenziose, tra sponde e colline profumate, anche questa volta, l’Isola è riuscita a rassicurarmi come solo una mamma riesce a fare.

Al prossimo scherzo allora!

 

SaraTP